Approfondimenti

Ogni articolo scritto riporta delle parole sottolineate che rimandano a descrizioni specifiche di termini o argomenti.
Questo perché, ogni qual volta viene menzionato un argomento, è bene indicare una fonte dove attingere informazioni per approfondirlo e conoscerlo meglio.
Cliccando sulle parole, dunque, potrete approfondire ogni argomento ed apprendere, così come amo fare anch' io, nozioni e parole che forse non conoscevate, ampliando così il vostro bagaglio culturale da sfoggiare in ogni qual si voglian occasioni.

Vai alla home dei blog

venerdì 5 settembre 2014

Alchimia Medievale














Oggi apriamo ufficialmente, con il post di Marco Lazzara che segue, la rubrica degli articoli dei blogger.
Se anche tu vuoi trattare un argomento relativo al Medioevo e vuoi scrivere un post attinente a questo periodo storico, ad una qualche particolarità, relativo a qualche oggetto, qualche curiosità o qualsiasi cosa che riguardi l' epoca di dame e cavalieri, puoi inviarmi il tuo articolo alla mail  dankash@hotmail.it.



ALCHIMIA MEDIEVALE
di Marco Lazzara


La parola “chimica” viene dall’arabo al kimiaa, che vuole dire “il mescolamento”.
Alchimia e chimica hanno quindi un origine etimologica comune. Ma le analogie finiscono qui, perché se la chimica è una scienza, l’alchimia è un sapere esoterico e filosofico di dubbio realismo.
Di cosa si occupava l’alchimia? Suo scopo principale era produrre la pietra filosofale, un oggetto dai tre grandi poteri:
- elisir di lunga vita ( in grado di conferire anche l'immortalità ) e panacea universale ( rimedio per curare ogni malattia )
- far acquisire l'onniscienza ( la conoscenza assoluta di passato e futuro, di bene e male )
- trasmutare le sostanze e i metalli.


Studiava quindi quelle che oggi chiamiamo sostanze inorganiche e trovava modi per combinarle e ricavarne altre. I metodi erano alquanto approssimativi e gli ingredienti usati, se a volte erano gli stessi di oggi, altre volte erano piuttosto pittoreschi ( tipico l’uso del letame equino ). L’idea di come sia costituita la materia era decisamente confusa e contraddittoria.
A quanto si riteneva nell’antichità, tutte le sostanze sono composte in proporzioni diverse da quattro elementi: Fuoco, Acqua, Terra, Aria. In maniera semplice, questa concezione riusciva a spiegare svariati fenomeni. Un esempio: la combustione del legno. Il legno brucia perché contiene fuoco, e fa fumo perché contiene aria; entrambi si separano dal composto originario e sfuggono verso l’alto per andare a disporsi nel loro luogo naturale, lasciando in basso solo la cenere (terra). A questa visione si sovrappone quella medioevale, secondo cui alla base di ogni metallo c’è il mercurio (argento vivo) assieme allo zolfo, combinati e aggregati in diverso modo.
Difficile qui separare le due concezioni, dato che i trattati sono spesso poco chiari e parlano di entrambe. La classificazione dei metalli è sulla base del grado di purezza del mercurio e all’azione dello zolfo, oltre a quella dei rispettivi pianeti: tradizionalmente, infatti, ognuno dei sette corpi celesti del sistema solare conosciuto dagli antichi era associato a un metallo: Mercurio = mercurio, Venere = rame, Marte = ferro, Giove = stagno, Saturno = piombo, Sole = oro, Luna = argento.


IL LABORATORIO ALCHEMICO


Molte delle strumentazioni e degli attrezzi del laboratorio alchemico si usano ancora oggi, per cui in un certo senso si può dire che la chimica di laboratorio sia nata dall’alchimia.
Per frantumare e polverizzare sostanze solide si usavano mortaio (un contenitore, oggi di ceramica, all’epoca di pietra) e pestello (un piccolo mazzuolo di un materiale molto duro). Per purificare sostanze liquide da impurezze si usava l’alambicco (oggi distillatore), un’apparecchiatura costituita da un recipiente in cui far scaldare fino a ebollizione la miscela e provvisto di tubi che permettono ai vapori formati di ricondensare in un recipiente di raccolta. Per fondere i metalli si usava il crogiolo, strumento comune anche ai fabbri, un recipiente di lega metallica resistente al calore.
I reagenti a disposizione non erano molti. Si trattava unicamente di sostanze allo stato solido o liquido. La maggior parte degli elementi era sconosciuta, quindi si trattava per lo più di alcuni metalli, zolfo, carbone, acqua e sali. Le sostanze organiche erano del tutto sconosciute.


LA PIETRA FILOSOFALE

San Tommaso d’Aquino è un filosofo scolastico, dottore della Chiesa. Gli vengono attribuiti due trattati sulla Pietra Filosofale e sull’alchimia, da cui ho preso alcuni estratti per discuterli, ovviamente con l’occhio dell’insegnante di Chimica del XXI secolo.

 “Si dice che la materia di tutte le pietre preziose sia il cristallo, che è un’Acqua che ha poca terrestreità coagulata da un freddo più intenso. [...] Inoltre hanno un’altra acqua ottenuta da urina di bambini e vetriolo rosso calcinato. Similmente distillano spesso entrambi i liquidi e mescolano secondo i pesi; li mettono nel letame perché meglio si uniscano, quindi si distillano insieme e infine, secondo arte alchemica, li rapprendono con un fuoco alchemico: si produce una pietra del tutto simile all’ametista. Quando vogliono fabbricare uno zaffiro, usano quale secondo liquido quello fatto con urina e con vetriolo azzurro...”

Dunque, un cristallo è acqua poco affine alla terra che viene separata per solidificazione. Non so bene come interpretare una cosa del genere. Comunque è interessante: vuoi farti in casa delle pietre preziose? Occorrono solo dei solfati (di cobalto per gli ametisti, di rame per gli zaffiri) e urina di bambini. Si mette il tutto nel letame, si fa distillare (immaginate l’odore) e poi si concentra al fuoco.

“Io sublimai dunque molte volte del Mercurio affinché ne risultasse la fissazione, cioè non fosse più volatile al fuoco.” 

Il mercurio è liquido: come si fa a sublimarlo*? Al massimo lo si distilla.
* = La sublimazione è il passaggio da solido a vapore.

“Prendi dunque due parti di Saturno se vuoi realizzare l’opera del Sole; e parti di Giove per l’opera della Luna, e una terza parte di Mercurio e fai un’amalgama che sarà come una fragile pietra. Tritala finemente su marmo, imbevendola di aceto fortissimo e d’acqua con ottimo sale comune; la bagnerai e la seccherai alternativamente, fino a che conterrà la massima sostanza acquea. A quel punto inzuppala con acqua d’allume per ottenere una pasta molle, dissolvila tutta in acqua, distilla quest’ultima tre o quattro volte, congelala e avrai la pietra che tramuta Giove in Luna.” 

Allora, per fare l’oro si prendono due parti di piombo (per fare l’argento di stagno) e li si amalgama con una parte di mercurio, che diverrà come una fragile pietra... Un attimo. L’amalgama è una lega allo stato liquido, cosa tipica del mercurio. Come può essere una pietra?
È evidente che l’autore non abbia mai visto in vita sua del mercurio e non abbia mai provato a realizzare ciò che descrive: non ha la minima idea di cosa stia parlando. Ma andiamo avanti.
Si sbriciola questa fantomatica pietra, si aggiunge aceto e acqua salata, la si idrata e disidrata (suppongo allo scopo di purificarla), poi si aggiunge acqua di allume (solfato di potassio e alluminio idrato?), si discioglie in acqua, si fa distillare (suppongo per rimuovere l’acqua) e poi si fa solidificare. Si ottiene una pietra che trasforma lo stagno in argento. Parliamoci chiaro: si tratta di magia. Non può essere definita altrimenti.

Gran finale: “Si trovano in altri libri tante, quasi infinite, altre operazioni confuse che portano gli uomini in errore e alla perdita dei beni; e soprattutto questi libri presentano false indicazioni di preparazioni delle quali sarebbe troppo lungo parlare.” 

VUOI COLLABORARE?
Per chi volesse collaborare col blog creando un proprio articolo affrontando l' argomento Medioevo utilizzando le proprie conoscenze in un campo in cui è afferrato, basta che mi scrivete alla mail
dankash@hotmail.it 



Segui Marco Lazzara su Google+
Leggi il suo libro "Incubi e Meraviglie"
2013, GDS Edizioni, ISBN 9788867821822
( clicca qui per maggiori Info )
Libro Cartaceo e  in formato ePub
Hashtag del libro e una bella recensione da leggere

Marco Lazzara è nato a Moncalieri, vicino Torino, il 24 giugno 1984, giorno di San Giovanni Battista, ma anche Notte delle Streghe. 
Dopo essersi laureato in Chimica, ha intrapreso la carriera di insegnante con la quale insegna la conoscenza di atomi, molecole e reazioni ai ragazzi. Si occupa anche di narrativa di genere e collabora con vari blog ( qui altre info ). 

9 commenti:

  1. Bravo Marco, hai fatto un buonissimo lavoro, come al solito!
    Non penso che proverò mai a creare una pietra preziosa, comunque, se gli ingredienti sono questi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero! Un gran bell' articolo ( sperando la collaborazione continui )!
      Benvenuta nel Medioevo Dramaqueen!

      Elimina
  2. Non ho mai capito cosa ci trovassero di tanto speciale nel letame equino... Mah!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Forse è a causa del suo odore così.... intenso?
      É una cosa che on sapevo proprio del letame equino... a tutto pensavo, alle rape, ai cavolfiori, all' olio di fegato di merluzzo,.. ma non alla pupù!

      Elimina
    2. I trattati alchemici sono tutti così... letame equino e urina. I prodotti a cui ti riferisci li puoi trovare in stregoneria, quella che oggi chiameremmo erboristeria e farmacologia.

      Elimina
    3. In effetti sono tante le "ricette" naturali. Anche i farmaci che conosciamo partono dal prelevare sostanze da animali o piante. Alla fine, gira e rigira, è sempre la natura a curarci!

      Elimina
    4. Quello relativo alla farmacogenesi è un discorso un po' più complesso.

      Elimina
  3. Davvero molto interessante questo articolo! Forse uno dei più belli che finora ho letto :) Adesso che so gli ingredienti, proverò anche io a fare la pietra filosofale!!! ;)

    RispondiElimina
  4. Allora dovrai prima passare da qualche stalla! ;)

    RispondiElimina

Lascia un tuo parere