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sabato 18 ottobre 2014

Intervista di Patricia Moll

Patricia, dopo aver letto e recensito il mio libro ( qui vi è la sua recensione ), mi ha intervistato ponendomi alcune domande sul romanzo che gli sono sopraggiunte in mente alla conclusione della lettura ( qui il post originale dal suo blog che potrete, se vorrete, commentare ).
Gli invio da qui un ringraziamento perché mi ha permesso di approfondire altri temi de libro che, tra l' altro, sto cercando di affrontare anche qui con i vari articoli.

Buona lettura!

1) La prima domanda che mi viene spontanea è: fantasia o sogno irrealizzabile? Mi spiego. Ti sarebbe piaciuto vivere in quel periodo? E' per questo che ne hai scritto un libro?
Perchè una cosa è chiara, Daniele. Il medioevo ti interessa molto ma cosa ti ha colpito in modo particolare? E' notoriamente un'epoca definita buia, tra guerre, violenze, prevaricazioni varie. In tutto questo sei riuscito a trovare una luce? Qualcosa di accattivante?


In effetti c'è una cosa in particolare che mi attrae di quel periodo, qualcosa che oggi nessuno si sognerebbe di realizzarla, non solo per motivi pratici e utili, ma soprattutto per le comodità che ci ha portato: l' assenza della tecnologia.
Sì sì, già, lo so lo so... starete pensando “sei un folle!” oppure “ma... tu stesso usi la tecnologia!” … É vero, ma spesso la ripudio e ne faccio a meno ( tra le tante cose non ho un abbonamento internet al cellulare e preferisco le camminate lontano dalle città ai giochi virtuali ).
Quel periodo, immaginando per un attimo l' assenza di guerre e disparità sociali ( che esistono da millenni ), è un pezzo di storia difficile, duro, ma che aveva anche tanti aspetti positivi. Nel libro cerco appunto di mostrare i sogni di ogni personaggio, gli insegnamenti sulla natura, sugli animali, sul cibo, facendo ricordare al lettore che.. sì, lui usa la tecnologia, ma si deve ricordare che ogni pezzo del suo computer, ogni materiale di qualsiasi genere presente nel suo cellulare proviene e proverrà sempre dalla Natura.
Quindi, la tecnologia è sempre figlia della Natura, così immensa, spettacolare,semplice ma anche molto complessa. L' uomo ha perso il contatto con essa, con la sua apparente semplicità, e continua a sfruttarla sino al limite, a distruggerla, a razziarla, a ferirla, quando lei dà sempre senza mai chiedere nulla. Se uccidiamo la Natura, uccideremo anche la tecnologia.
Dimenticavo: preferisco i combattimenti con spade e, al massimo, archi, anziché pistole e bombe.
I combattimenti a distanza di chilomentri non mi sono mai piaciuti. É più entusiasmante il contatto con l' avversario, dove lo vedi, lo vivi, e dove spesso hai il coraggio persino di risparmiargli la vita.

2) Leggendolo ho trovato molta attendibilità tra quello che hai scritto e quello che si è sempre saputo del periodo. Hai fatto ricerche approfondite quindi...

Certo. Il libro l' ho terminato dopo tre anni di “lavoro”. L' ho spesso lasciato e ripreso, ma comunque ho dedicato molto tempo allo studio del periodo che a me piace tanto.
Ho voluto rendere il romanzo più reale possibile mostrando anche aspetti curiosi della vita che molti non sanno e che neanche a scuola spiegavano.
Ho cercato di inserire i cibi e gli oggetti che erano presenti al tempo. Pensa che feci una ricerca sugli specchi per capire se già esistevano. Non volevo porre la Regina a pettinarsi davanti ad uno specchio che invece non doveva esistere. Se c' era già Clio Make Up... pure pure..

3) Ho trovato molti fatti passati ma che comunque sembrano attuali. Ti sembra possibile che a grandi linee la storia si ripeta? Ad esempio la sete di potere che va assecondata a qualunque costo?

In effetti è accaduto anche in tempi recenti, nel secolo scorso. Poi basta vedere anche solo cosa accade nei governi: probabilmente ci saranno o ci saranno stati politici che volevano far qualcosa di utile ma, di fronte a pressioni e a minacce, hanno rinunciato preferendo di intascare il loro stipendio, rimanere sudditi del “capo” e non perdere né il lavoro, né tantomeno la vita. Mentre altri, tanti eroi del passato recente, si sono ribellati ( e anche nel libro si trova qualcosa del genere ) e, pur perdendo la vita, hanno lottato per i loro diritti.
Sì, la storia, in fin dei conti si ripete sempre. É come una partita a scopa: cambia l' ordine delle carte messe sul tavolo, ma alla fin fine ogni gara vede sempre uno dei tre soliti epiloghi.

4) Padri e figli. Rapporti mai semplici. Perchè nel tuo libro a sfondo storico si parla anche di questo?

Il romanzo in effetti è proprio costruito su questo rapporto che da millenni vede protagonisti i membri di ogni famiglia di ogni zona del mondo, anche del regno animale. Fa da colonna vertebrale del libro.
É un argomento che mi tocca e che ho visto sempre presente e condizionante la vita di persone che conoscevo e conosco. Il genitore vive determinate esperienze, pensa di far bene con il figlio, ma questi vede solo i suoi errori, e lo allontana. Poi c'è chi sfoga sui figli le proprie frustazioni e le angherie subìte dai propri genitori, dimenticandosi che gli individui che lui stesso ha messo al mondo non c' entrano con i problemi suoi e del suo passato.
É una ruota dove, dopo ogni giro completo, lo stesso pezzo tocca sempre sul terreno. Chi riesce a fermarla prima di quell' attimo, potrà capire dove sbaglia, dove ha sbagliato, e perché i figli si comportano in quel modo.
La simbologia si può trasportare, nel corso del racconto, anche al governo del Regno: il padre, ovvero colui che dirige l' Impero, ed i figli, ovvero i sudditi che non vogliono altro che i loro diritti, e il rispetto per il loro fare quotidiano al servizio di chi comanda.

5) E del personaggio della regina Florenza che mi dici? Da donna, mi sembra molto strana la sua conversione..... sembra quasi mistica... miracolosa. Credi che nel modo attuale potrebbe capitare una cosa del genere?

Nel tuo commento al romanzo è stata la cosa che mi hai fatto notare subito. Anche un' altra persona che l' ha letto mi ha detto la stessa cosa ( e, caso strano, era sempre una donna ). Forse sembra assurdo perché si tratta semplicemente di ciò che dovrebbe normalmente accadere.
Senza svelare il finale del libro, posso solo dire che, anche al giorno d' oggi, basta che ognuno tolga come valori importanti il denaro e gli oggetti che consideriamo fondamentali, per capire quanto valgano di più, molto di più, le persone che abbiamo vicino.
Non è una frase scontata. Vedo molti sostenere questo modo di fare ma, quando il computer, o un loro libro, o la loro auto o bomboniera del matrimonio si rompe o distrugge irreparabilmente, la prima reazione è di rabbia. Rabbia per aver perso per sempre un..... oggetto. Un qualcosa che ha valore solo perché glielo diamo noi quel valore, un oggetto che in sé, preso da solo, non ha alcun significato, un oggetto che, dato ad un' altra persona, non significa nulla e finirebbe diretto nel cassonetto.
Una persona, invece, ha un suo valore, una sua importanza. Se ognuno di noi iniziasse realmente a pensarla così, allora potremmo tutti trasformarci e mutare completamente il nostro modo d' agire. Anche chi pensi non cambierebbe mai il suo modo di pensare. Sono le esperienze a cambiarci, non gli oggetti.

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