La grande odalisca di Jean-Auguste-Dominique Ingres |
il Sesso e l' Amore.
L' AMOR CORTESE
Si ha, di quel periodo lontano, una visione casta del rapporto di coppia, dove mancavano le trasgressioni e dove tutto era pulito e perfetto. Le cose non stavano esattamente così.
Come la storia dei personaggi famosi antichi ci mostra, l' adulterio, il desiderio, la passione e la trasgressione sono stati sempre il centro e contemporaneamente le cause dei tanti eventi, positivi o negativi, succeduti nel corso degli anni.
L' amor cortese ( termine nato verso la fine dell' Ottocento ) è quel rapporto che nasce fra due amanti, ove desiderio erotico e devozione spirituale si fondono per creare un legame particolare, forte, che varga ogni muro stabilito dalla società, portando i due protagonisti ad irrompere, con i loro sentimenti passionali, nella vita quotidiana di ognuno, stravolgendo la loro vita.
Un aspetto particolare vedeva l' amor sottomesso, dove l' uomo faceva da vassallo alla donna, la quale, personalità ricca e potente, era elogiata ed osannata dall' amante che fungeva da servo dell' amore.
Anche se il senso vero del termine parla di un amore che non cedeva al sesso, in realtà la passione esistente era tale da sfociare anche in adulterio, anche se quello della donna ( quella appartenente ai ranghi più bassi della società ) era punito severamente ( leggi "La condizione della donna nel Medioevo" ). La donna potente non sottometteva l' uomo, ma era l' uomo a sottomettersi, affascinato e corrotto dalla potenza dirompente della femmina dominante.
Come abbiamo visto, il ruolo della donna, in società, appariva marginale, anche se alla fin fine era da lei che dipendevano l' educazione dei figli e la gestione impeccabile della casa. Quindi diveniva un pilastro importante visto che la casa e la prole erano il fulcro di una famiglia. L' amore, però, era quel qualcosa che nasceva in modo inspiegabile e si protraeva trascinando i due amanti in un regale rispetto ed aiuto reciproco, che legava gli animi dietro le quinte, che faceva violare la legge e faceva anche soffrire ( vedi la storia epica di Tristano e Isotta ispiratrice di storie attuali sull' amore ).
La devozione della figura femminile era massima anche se è stata da sempre la parte religiosa a relegarla a sola procreatrice ed oggetto. Passando con i secoli però, pian piano la sua figura emerge, anche spiritualmente, divenendo quasi un angelo, venendo divinizzata e vista come elemento poetico e mistico.
Le storie e le opere dei grandi poeti dei secoli successivi mostrarono come il sentimento fosse qualcosa di travolgente, che faceva emozionare, faceva soffrire, faceva infuriare e che aveva ed avrebbe per l' eternità legato i due protagonisti fra di loro con una corda invisibile in modo da trascinare entrambi nella stessa direzione ove spingeva il vento del loro amore.
IL SESSO
No, il sesso non era affatto un tabù in quell' epoca, ma era visto come un atto naturale dell' essere umano, necessario, perché era l' unico metodo per procreare.
A quei tempi esisteva già la prostituzione: essendoci divieti e restrizioni nella vita quotidiana imposti dalla Chiesa, si procedeva effettuando trasgressioni, specialmente di notte, orari in cui era concesso giocare d' azzardo, bere alcoolici e fare sesso, dacché di giorno si doveva disporre della forza fisica e psichica necessaria per svolgere i propri lavori quotidiani.
I bordelli erano tollerati dacché erano preferibili ad atti condannati come la masturbazione che "era peggio che mangiare la carne il venerdì santo". Frequentatori di questi locali erano anche i preti.
La loro castità non era tenuta in grande considerazione: il vescovo Hugues di Lincoln, interrogato da una moglie insoddisfatta, suggeriva questo rimedio: « Vuoi che tuo marito ritrovi il suo ardore? Ne farò un prete. Appena un uomo è prete, brucia »(Sesso nel Medioevo )
Peccatore era anche colui che non usava la posizione dichiarata lecita.
Fino al XII secolo l’unica posizione sessuale concessa era quella del missionario, considerata la più adatta alla procreazione (“le posizione devianti provocano la collera di Dio”). Qualche tempo dopo aumentò la tolleranza, ma una posizione in particolare rimase inammissibile, quella del cosiddetto “cavallo erotico”(la donna sopra): i teologi la condannarono ed i medici la ritennero addirittura pericolosa.
Secondo una raccomandazione diffusa, inoltre, non si dovevano superare i due amplessi a settimana: “troppi orgasmi accorciano la vita, prosciugano il corpo, riducono il cervello e distruggono gli occhi”.
Tutti gli atti di piacere che non avevano come fine la procreazione – dal sesso orale alla masturbazione – erano chiamati “peccati di sodomia”. L’omosessualità, invece, iniziò ad essere condannata violentemente solo a partire dal XII secolo. Per San Tommaso, il peccato di sodomia era grave quanto il cannibalismo.
Con la nascita dell' Inquisizione, infine, la donna venne demonizzata ed etichettata come tentatrice: fu istituito quindi un tribunale ecclesiastico con lo scopo di combattere e sopprimere ciò che veniva considerata eresia. Alcune donne vennero ritenute rappresentanti del Diavolo, capaci di trarre in inganno l'uomo spingendolo al peccato in qualsiasi modo. E così ebbe inizio la famosa “caccia alle streghe”.
Un caccia intentata proprio da coloro che si dichiaravano santi, ma che di santo, non avevano un bel nulla.
Ciao Dani, hai scritto
RispondiElimina.... La donna potente non sottometteva l' uomo, ma era l' uomo a sottomettersi, affascinato e corrotto dalla potenza dirompente della femmina dominante.....
Non era anche il potere di cui era insignita quetsa donna che faceva gola? Divenire il suo "zerbino" non poteva anche servire a raggiungere scopi molto veniali, tipo incarichi importanti?
Le perversioni erano peccato mortale ma la ius primae noctis era legale. O almeno, non era punita da coero. Che ci guadagnasse qualcosa?
La violenza sessuale se ad opera di un nobile,, un feudatario non era reato Nemmeno se era opera di un prete, bastava solo che non si facesse beccare sul fatto. Accusarlo serviva a poco perchè tanto la sua parola avrebbe avuto sempre ù valore della voce di una popolana. E se lo beccavano sul fatto, o era un grandissimo nemico e rivale, oppure chiudeva un occhio.
A volte mi domando ma... da quel periodo ad ora, è cambiato poi tanto?
Ciao Patri!
EliminaNon esattamente. Oggi, forse, è più facile sottomettersi e raggiungere il potere, ma in certi casi, in passato, non era facile ad esempio "zerbinarsi" alla Regina e diventare, ad esempio, Re.
Penso che mai o quasi mai un individuo di rango inferiore sia diventato Imperatore. Il ruolo di Re era così importante, così vicino alla perfezione e - come nell' Antico Egitto - al Divino, che era impensabile che tale ruolo sarebbe potuto esser ricoperto da una persona qualunque.
La tua domanda retorica è quella che mi pongo anche io quando leggo ed ho letto le varie storie del millennio passato. Tutto, forse, deriva dal fatto che l' essere umano non è mai cambiato: qualsiasi ruolo vestiva, il suo scopo è stato spesso quello di salire al potere, ottenere accondiscendenza ed esser così influente da comprarsi i propri seguaci per restare fermo, saldo, in cima alla vetta del Potere.
In certi aspetti, siamo rimasti al Medioevo, già..