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Molto spesso pensiamo al Medioevo come ad un periodo storico in cui la gente non si lavava mai, o non quanto pensiamo sia necessario lavarsi. Questa è solo una leggenda e non corrisponde alla realtà.
I nostri antenati medievali si lavavano più spesso di quanto crediamo, nobili o gente comune che fossero.
Erano a conoscenza di come la pulizia del corpo fosse necessaria a combattere certe malattie, e questo lo vediamo sin dagli antichi romani con i loro "bagni pubblici".
L’acqua era profumata con petali di rosa o profumi. Il bagno avveniva in un catino di legno imbottito con tessuto. Il riserbo provvedeva a tende o baldacchini. Quando i signori viaggiavano portavano con sé tutto l’occorrente ed anche un servitore responsabile per l’acqua calda. Nei periodi più caldi la vasca era posta all’esterno, in giardino e in inverno presso ad un camino acceso.
Verso la metà del XIII secolo solo i molto ricchi potevano permettersi i fuochi di legna per scaldare l’acqua in inverno. La restante parte della popolazione era costretta a rimanere sporca per la maggior parte del tempo.
Non vi sono, peraltro, evidenze o testimonianze che i componenti delle famiglie si lavassero tutti in serie nella stessa acqua anche se ciò può essere occasionalmente avvenuto, per diminuire il lavoro necessario.
Intere famiglie utilizzavano la stessa acqua per lavarsi: l’uomo di casa aveva il privilegio di un’acqua pulita, dopo venivano gli altri figli e uomini. Poi le donne ed i bambini. Per ultimi i neonati.
Comunque non si sarebbe lasciata diventare troppo sporca l’acqua, come la tradizione insegna. Al contrario della credenza popolare, la gente nel Medioevo non era completamente all’oscuro del significato dell’igiene ed è assolutamente improbabile che sia stata utilizzata acqua sudicia per lavarsi.
Coloro i quali potevano permettersi una vera vasca potevano anche permettersi dei servi per riempirla più volte.I bambini e gli infanti godevano di cure particolari. Piuttosto che perderli in acqua sudicia, essi sarebbero stati lavati in un catino più piccolo, con acqua pulita.
Nel complesso, sembra che l’uomo e la donna medievali fossero coscienti dell’igiene personale e della necessità della pulizia come altra gente in tutta la storia e che ponessero particolare attenzione alla sua apparenza.
Il sapone non esisteva agli inizi del Medioevo: fu inventato molto probabilmente in Oriente e poi fu portato in Occidente (in particolare in Francia) solo attorno al IX secolo, esssendo sconosciuto ai Romani ( i quali usavano olii profumati ). Questo era un sapone morbido, senza molto potere detergente.
Saponi di maggior consistenza furono disponibili attorno al XII secolo e consistevano generalmente di grasso di montone, cenere di legna o potassa e soda naturale. Spesso erano aggiunte anche erbe aromatiche. Altre forme di sapone contenevano ingredienti quali olio di oliva, soda e piccoli quantitativi di cedro. Questi tipi erano preparati al sud della Francia e in Italia. Le lavandaie potevano anche utilizzare una soluzione di lisciva e terra di argilla smeltica o argilla bianca
Per l'igiene pubblica, invece, in molte città italiane l'autorità locale comprava uno o due maialetti che avevano il compito di tenere pulite le piazze mangiando i rifiuti. Si diceva che "l'aria della città rende liberi" perché quando un servo della gleba fuggiva dal suo padrone per rifugiarsi in città, se riusciva a nascondersi senza farsi beccare per un anno cessavano i suoi obblighi verso il padrone e tornava libero.
E i bagni? Si facevano i bisogni per strada o nella natura? Non in città! Infatti furono i romani a inventare i bagni pubblici, o meglio, le latrine ( qui un articolo molto interessante corredato da foto ).
La rasatura della barba era difficile, dolorosa e non molto frequente, poiché il sapone era inefficace ed i rasoi, che assomigliavano a coltelli per l’intaglio o per trinciare la carne (ed erano infatti utilizzati per tali scopi) erano vecchi e non affilati. Anche il taglio dei capelli non era agevole: le forbici erano simili a cesoie e dovevano essere utilizzate dolcemente per evitare di strappare i capelli.
Sebbene nel XIII secolo pochi aristocratici avessero spazzole per i denti, la toeletta dei denti era generalmente compiuta con l’ausilio di legno verde di nocciolo e strofinando i denti con un panno di lana. Si ritrovano descrizioni dell’uso di unghie decorate e di pulizia delle orecchie, quasi ad indicare una preoccupazione per la pulizia. I pettini erano comuni e gli specchi avevano un uso funzionale e decorativo. L’attenzione all’igiene personale faceva sì che chi non lo praticasse veniva considerato un eclettico.
Un galateo del XV secolo consiglia i figli dei nobili di accettare i parassiti come cosa naturale ma «di non grattarsi la testa a tavola, prendere dal collo e dalla schiena pidocchi, pulci o altri parassiti ed ammazzarli in presenza di altra gente».
Insomma, i nostri avi erano puliti, e se avessero avuto dei bagnoschiuma e dell' acqua calda corrente, state certi che si sarebbero lavati come ci laviamo noi oggi.
fonte curiosità su mondimedievali.net
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