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martedì 20 gennaio 2015

La Medicina e la Chirurgia nel Medioevo

Il bastone di Asclepio ( o Caduceo )
#ilcavalieredighiaccio #medioevo #medicina #salute


Secondo voi, nel Medioevo, la medicina era così arretrata rispetto alle conoscenze d' oggi? Forse sì, forse no.
Di certo, vedersi curare l' emorroidi con un ferro bollente inserito direttamente nell' ano, non doveva esser piacevole.

I metodi erano forse un pò rozzi paragonati a quelli usati oggi, ma le sostanze utilizzate erano sempre naturali: piante, radici di piante ed erbe mescolate con alimenti. Molte cure odierne si basano su ricettari antichi, e alcune "cure della nonna", come quello di bere un bicchiere di latte con miele per alleviare il mal di gola, deriva proprio da un metodo utilizzato nel Medioevo. E funzionano.

Andiamo a scoprire dunque come curavano le malattie, che metodi strambi utilizzavano per operare e che conoscenze avessero dell' anatomia umana.
Chissà che qualche cura antica funzioni ancora oggi!




LE CAUSE DELLE MALATTIE
Intanto è bene sottolineare che è falsa credenza quella che vuole un' alimentazione inadeguata nel Medioevo. Si pensa sempre ad individui emanciati o nutriti poco e male. Tutto ciò non è vero.
A quei tempi, come già spiegato nel post "Cosa si mangiava nel Medioevo", l' alimentazione era ricca di grassi, e quindi, al massimo, si poteva avere dei valori di colesterolo elevati, ma di certo non si era malnutriti ( esclusi ovviamente i poveri e le persone allontanate dalla società ) ed avevano le calorie necessarie anche per prevenire le malattie causate dalla scarsa e monotona alimentazione.

Quindi, se si mangiava bene, come venivano le malattie?
Una delle cause era la scarsa igiene. Abbiamo visto come nel Medioevo si avesse già conoscenza dell' importanza dell' igiene del corpo per combattere le malattie ( "Come e quanto ci si lavava nel Medioevo?" ), ma questa non era sempre totalmente corretta, e portava comunque all' insorgenza di malattie. La mancanza di sistemi di fognatura e il contatto con animali, come i topi, che portavano malattie, aumentava il rischio di di contrarre infezioni che divenivano anche mortali ( "Le malattie trasmesse dai topi nel Medioevo" ).
Ovviamente, molte altre patologie, come accade ancora oggi, erano genetiche ( vedi ad esempio la schizofrenia dove il malato era visto come un posseduto dal diavolo e quindi da evitare nel caso l' esorcismo non avesse funzionato ).
Un' altro fattore decisivo è la religione. Questa assunse un ruolo fondamentale tanto che ad esempio la somministrazione di sostanze per la cura di malanni era sempre accompagnata da preghiere. Era entrata così tanto nella vita quotidiana che si seguivano spesso solo i consigli dei sacerdoti e preti ( che erano all' epoca le persone più acculturate ) dinnanzi a certe sventure. Un esempio fu la peste del 1300: gli uomini religiosi sostennero che fu una punizione divina contro l' uomo e che, per mandarla via, bisognava camminare per strada infliggendosi torture di ogni tipo ( come frustate e autolesionismo di vario genere ) per redimersi dai propri peccati.

LA CHIRURGIA E I METODI... "STRAMBI"

I primi "medici" si ispiravano alle teorie di Galeno o di Ippocrate.
Il primo, Galeno di Pergamo, ( qui  trovate un cenno interessante sulle sue idee in merito al funzionamento del corpo umano ), medico greco che lavorò alla corte dell' Impero Romano dall' anno 162, dimostrò, con le sue vivisezioni sugli animali, che le arterie trasportavano sangue e non aria, come si credeva al tempo, ed effettuò anche i primi studi sulle funzioni dei nervi, del cervello e del cuore sostenendo che la mente era situata nel cervello e non nel cuore, a differenza di quanto affermava la tradizione aristotelica.
Ippocrate, invece, introdusse il concetto innovativo secondo cui la malattia e la salute di una persona dipendevano da circostanze umane della persona stessa, non da superiori interventi divini. Egli fu anche il primo a studiare l'anatomia e la patologia (per farlo applicò la dissezione sui cadaveri).

Entrambi fornivano dunque metodi di cura per le malattie, ai tanti, sconosciute.


Nell' immagine sopra vediamo, nella raffigurazione in alto a sinistra, un metodo per "raddrizzare" la gobba o altre patologie della colonna vertebrale. Nel trattato di Ippocrate intitolato  "Sulle Articolazioni", viene descritto il metodo di cura che consiste nel legare il malato ad una scala, a testa in giù, e scuoterlo con forza per aiutare la colonna vertebrale, e le vertebre, a ritornare nella posizione corretta.
Nell' immagine subito a destra, si vede un uomo seduto a gambe aperte, ed un tizio, un chirurgo, che opera nell' ano con un attrezzo lungo. Si tratta di un' operazione di estrazione dei calcoli alla vescica.
Nell' ultima sotto, si vede un uomo in posizione simile a quella di un cane: è la cura delle emorroidi che avveniva con una cauterizzazione sulla parte dolente.

il salasso
Nel Medioevo i medici erano convinti che le malattie fossero causate da un eccesso di liquidi nel corpo. La cura più utilizzata era quindi il salasso. Attraverso un taglio in una vena, generalmente nella parte interna del braccio, veniva prelevata una dose massiccia di sangue, credendo in tale modo di fare uscire dal corpo anche la causa della malattia. In alternativa si usavano direttamente le sanguisughe.


Nel caso di malattie veneree come la sifilide, molto comuni nel Medioevo, vista l' inesistenza degli antibiotici, si era obbligati ad intervenire chirurgicamente per evitare, ad esempio, il blocco dell' urina nella vescica.
L' unica soluzione consisteva nell' inserimento di un catetere costituito da un tubo metallico che veniva inserito, attraverso l' uretra, nella vescica ( vedi foto a sinistra ).

Inoltre, non essendoci l' anestesia, non c'era modo di evitare un dolore straziante ai pazienti.
Alcune pozioni utilizzate per alleviare il dolore (come un miscuglio di succo di cicuta e aceto) erano, a volte, esse stesse causa della morte del paziente. Fu Paracelso, un medico svizzero, nel XVI secolo, il primo ad usare l' etere dietilico come anestetico.


LA MEDICINA DELLE ERBE NATURALI

L' uso delle erbe medicinali da parte dei sacerdoti e medici medievali è di origine pagana che tramandavano i metodi di cura e i riti sacri da secoli. Leggere i testi medievali equivale ad entrare in una odierna Erboristeria.
Le cure non consistevano solo nella somministrazione di sostanze, ma anche nel curare con massaggi o pressioni sulle parti dolenti o malate. E dire che spesso, le loro cure naturali, ottenevano ottimi risultati.
Ogni elemento della natura aveva una sua proprietà ed era legata ad un significato preciso. Andiamo a vedere alcuni "intrugli" utilizzati per curare determinate malattie.

- I cataplasmi ( impasto di crusca, acqua e senape applicati a caldo, direttamente sulla pelle ) erano utilizzati per dar sollievo alle articolazioni infiammate ma curavano anche le infezioni.
- Le purghe erano usate, assieme ai salassi, per espellere dal corpo la malattia.
- Le erbe polverizzate mescolate con miele erano utilizzate nei casi di mal di gola, mal di stomaco e di ulcere cutanee
- La Mandràgora ( o Madràgola ) chiamata ancora oggi in Germania Hexenkraut, "erba delle streghe", è una radice nera all'esterno e candida all'interno, con una vaga forma umanoide che ha portato la fantasia antica e medievale a rappresentarla come una sorta di omuncolo vegetale ( vedi foto ). Veniva usata per curare infezioni agli occhi, ferite, morso di serpenti, mal d'orecchie, gotta e calvizie.
- I fiori di salice e pioppo combattevano l' impotenza.

Venivano utilizzati composti dove gli ingredienti erano i più vari: si andava dai vermi, urine o feci di gatto, sino ai testicoli e reni essiccati. Il cervello di uccello, ad esempio, mescolato con unguento ed infilato nel naso, combatteva le emicranie.
Per problemi ai polmoni, si mangiavano pappe di ceci cotti nel latte di capra con burro e zucchero.

Il metodo più usato per comprendere l' insorgere di una malattia era quello di osservare le secrezioni del paziente: un aumento di sudore, muco, urine, lacrime o feci, portava ad ipotizzare l' esistenza di una probabile malattia. Il sangue era esaminato per la viscosità, temperatura, scivolosità, sapore, schiumosità, rapidità di coagulazione. Tutti metodi che avvertivano l' arrivo di un malanno.
Ad esempio, il gesto di dire "salute!" quando una persona starnutisce deriverebbe proprio dall' atto di far notare lo stato di salute dell' altro e quindi avvertirlo dell' arrivo di una malattia. Il galateo attuale, per la cronaca, invita a non dire "salute", perché è maleducazione sottolineare lo stato di salute della persona che abbiamo di fronte.

MEDICI  VS  CHIRURGHI


Terminiamo questo excursus ( dacché l' argomento è molto ampio ) con una curiosità sui medici e chirurghi.
Oggi accade che un medico screditi l' operato di un altro medico, che siano in combutta tra di loro ma... nel Medioevo, dove non vi erano specializzazioni, ma solo due categorie di dottori, come era il rapporto fra di loro?

Intanto diciamo che non erano ben visti l' uno con l' altro, soprattutto a causa di questioni etiche.

Il chirurgo, spesso, o quasi sempre, ampliava le proprie conoscenze tramite sezionamenti di cadaveri umani e animali, o proprio, come fece Galeno, con vivisezioni animali ( operazioni chirurgiche su animali vivi ). Quest' ultimo, ad esempio, sezionò scimmie o maiali ( le sue vittime preferite ) mostrando, soprattutto in presenza di intellettuali, come funzionava la circolazione sanguigna o i nervi.
Il contatto diretto e così "superficiale" ( come venne definito ) con il corpo umano, fu causa di disprezzo: erano etichettati come  macellai, carnefici ed esseri inferiori. La Chiesa considerava la chirurgia una pratica abominevole in contrasto con il credo cristiano e con gli stessi colleghi medici.

Sin dall' antichità il corpo umano è stato considerato il veicolo per il passaggio nell' aldilà. Gli antichi Egizi praticavano la tecnica dell' imbalsamazione per conservare il corpo del faraone il quale doveva affrontare un lungo viaggio pieno di insidie nell' altro mondo. Doveva esser in perfetta forma per superare le prove ed entrare nel Regno dei Morti.
Nel Cristianesimo, in vista del Giudizio Universale, i morti resusciteranno, e solo i prescelti entraranno nelle grazie di Dio. Dunque, il corpo, serviva integro, secondo la religione, e quindi non doveva esser martoriato. Il corpo del deceduto aveva un' importanza religiosa ed intrinseca tale da risultare sacrilega ogni azione che portava ad una sua deturpazione.

I medici, da parte loro, cercavano in tutti i modi di intervenire il meno possibile, di scoprire l' origine della malattia e di creare sostanze che, assieme a dei precisi riti, dovevano liberare il paziente dalla malattia ma, come sappiamo ancora oggi, in certe circostanze, il chirurgo ha salvato e salva la vita.

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