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venerdì 19 dicembre 2014

Professione: Cavaliere


É forse la figura più amata, più ricercata, più imolata e mitizzata del Medioevo, una figura che ha ispirato fior di scrittori dei secoli scorsi e non solo, che ha permesso di conquistare e spesso, a causa di errori in battaglia, di esser conquistati. É lui, il Cavaliere.

PICCOLI COMBATTENTI
In questo mio romanzo "Il Cavaliere di Ghiaccio", uno dei principali soldati di alto rango che si occupano dell' addestramento dei ragazzetti, è il generale Andrew Stevenson e seguendolo, capiremo come ci si comportava con i piccoli che venivano immessi nel percorso per divenire dei grandi guerrieri.
L' apprendistato del giovane combattente iniziava dai 7 anni sino ai 13 e: passata quest' età, gli aspiranti soldati passavano nell' esercito degli adulti dove sarebbero potuti diventare veri e propri cavalieri dai 20 anni in su. Uno dei personaggi principali, il cattivissimo Sir James Crowland, divenne Cavaliere a neanche 20 anni, mostrando già da ragazzo le qualità indispensabili per guidare un folto esercito.

Ovviamente si iniziava per gradi: dapprima ci si occupava dei cavalli, delle stalle ( vedi il paggio ), di come dar loro cibo, per passare poi ai combattimenti corpo a corpo, al cavalcare i puledri e lottare in sella ad essi.
Potevano diventare cavalieri non solo i nobili, ma anche gente comune. Erano le qualità essenziali a fare di loro dei personaggi importanti che meritavano le vesti di questo ruolo. Per la maggior parte però erano nobili visto che il costo dei cavalli e dell' armatura ed armi era veramente ingente.
L' investitura, come si può vedere nei vari film o leggere nei racconti, era un cerimonia solenne alla quale partecipavano i più alti organi del Regno, ed avveniva di solito nelle Chiese, o in sale speciali dell' Impero, o ancora addirittura in battaglia.

L' ESSERE CAVALIERE
Vi erano delle disposizioni da rispettare e delle regole alle quali sottostare. Durante il giuramento di obbedienza consacrata da un rappresentante religioso, al neo Cavaliere gli veniva consegnata l' armatura, pezzo per pezzo, dove per ultimo oggetto vi era la spada.
La più importante e maestosa arma dei tempi antichi.

I suoi doveri erano: rispettare gli ordini del feudatario, mantenersi fedele alla parola data, proteggere i deboli, combattere l’ingiustizia.
Questo perché la religione era insita non solo nella vita del popolo, ma anche delle istituzioni: i valori dei testi sacri erano così imposti a coloro che dovevano mettersi a capo della società per dirigerla o per difenderla.
Uno dei valori più importanti da rispettare era il rispetto. Soprattutto verso il proprio signore. Se un Cavaliere non difendeva i deboli ( come accadrà per molti personaggi nel corso del romanzo ), spesso non veniva punito perché, come accaduto in altre epoche storiche ed accade ancora oggi, se colui che regna impone crudeltà, questa viene imposta anche ai sudditi. Se invece l' Imperatore riteneva di punirlo dacché i valori da rispettare erano così sacri da non poterli trascendere, il Cavaliere veniva spogliato del suo ruolo e della sua armatura, ridicolizzato in pubblico davanti al popolo e agli altri soldati, e cacciato via.

Il suo ruolo era molto importante e quindi era facile cadere nella corruzione o nell' abuso di potere, un pò come è sempre avvenuto nella storia. Più potere hai sui deboli, più pensi d' aver diritto a schiacciarli.

Anche i cosiddetti "barbari" ( può interessarti "Le invasioni barbariche") avevano una cavalleria, solo che questi vivevano il cavallo come mezzo principale e depredando i territori europei con le loro scorribande combattendo corpo a corpo.
I racconti epici fecero entrare i cavalieri nel mito, dipingendoli, specie intorno XVI-XVII secolo, come eroi, personaggi fieri, ma alla fine sempre umani.
Territori diversi, ma guerrieri che rappresentavano il ruolo in simil maniera, così dediti al sovrano quanto al proprio ruolo nella società.

Nel corso del racconto "Il Cavaliere di Ghiaccio", seguiremo sia il percorso per diventare cavaliere attraverso dei personaggi, sia quello inverso, ovvero di coloro che lo erano già, ma che nel corso della storia lo perderanno. Un ruolo spesso non facile da ricoprire dove, se ci si lascia trasportare dalle questioni personali, si può rischiare di perderlo per sempre.

Per approfondire
"La Cavalleria nel Medioevo"
"Guerra Medievale"

8 commenti:

  1. E tu di cavalieri nel tuo libro nei hai messi e di tutti i tipi.... taccio! :))))

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    1. Eccome! Non mi hai detto quello preferito. No, me l' hai detto sì. Beh, è un pò difficile sceglierne uno...

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  2. Sceglierne uno non è semplice. Ognuno di loro ha delle particolarità incredibili.
    Se proprio me la passi perchè lo so che non è un cavaliere... Sedhora... ce la vedrei veramente bene con armatura a cavallo e all'attacco. Il fegato ce l'ha!

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    1. Effettivamente è la tipica donna ribelle, e come Cavaliere donna, sarebbe davvero favolosa.
      Perché Fabièn? Quando sarà grande, ce lo vedi come Cavaliere?

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  3. Fabièn.. direi di sì!
    Penso che sarebbe stato un ottimo cavaliere anche il futuro re. Onesto corretto giusto... meglio dell'altro padre... odioso!

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    1. Vero. E... che non diventi un Cavaliere.. in futuro! ;D

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    2. Snif snif snif... sento profumo di sequel.... :))))
      Sì,, lo so che c'è già! Rimba,bita (me lo dico da sola!) sì ma mica così tanto...... :))))

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    3. Yesssaa!
      Il secondo diciamo che è come il gradino per il terzo. No no,.. il terzo ancora non c'è,
      ma quando leggerai il secondo, capirai perché il secondo ha una storia diversa e particolare...

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